29.10.13

Korg Wavestation, come si campionava negli anni 90


Nel 1990 nei laboratori americani korg di San Jose' (california), ha vita la Korg Wavestation.
La sede e' la stessa che qualche tempo prima ospitava la Sequencial Circuits, mitica casa produttrice dei sintetizzatori Prophet. L'ultimo ad essere sfornato fu il Prophet Vs, un ibrido analogico-digitale con una particolare sintesi sottrattiva (vector synthesis) con quattro fonti sonore indipendenti, bilanciate con l'utilizzo di un joystick.
Questo aspetto viene ripreso dalla Wavestation ed anche la catena oscillatore-filtro.Amplificatore, che pero' sostituisce i moduli analogici con quelli digitali. Negli otto mb di rom sono contenute sia 365 singole forme d'onda campionate (waveform) che campioni completi. Altre forme d'onda possono inserirsi con card aggiuntive esterne e nei modelli a rack a/d successivi, verra' introdotto un ingresso analagico in modo da poter elaborare un qualsiasi segnale esterno offrendo cosi' infinite soluzioni sonore.

I tre aspetti fondamentali sono la vector synthesis, le waveform sequence e la matrix modulation.
La vector synthesis permette di miscelare quattro fonti indipendenti sia staticamente che dinamicamente, durante l'esecuzione sonora o affidandola a particolari inviluppi a quattro stadi.
La waveform sequence permette di costruire catene di forme d'onda fino ad un massimo di 256 passi, potendo decidere di ognuna di esse il livello, la lunghezza e la dissolvenza (crossfade) rapportate alla successiva forma d'onda. Sono presenti 128 waveform sequence ( di cui 32 preset). Si capisce come la waveform sequence crei dei tessuti sonori particolari ed in continuo movimento considerando anche la possibilita' di sincronizzarla ad un clock midi esterno. Un aspetto importante della waveform sequence e' la possibilta' di emulare alcuni effetti dinamici tipici delle macchine analogiche come ad esempio la pulse width modulation (pwm) o la modulazione della frequenza di taglio di un filtro con risonanza variabile. Cio' si ottiene con l'utilizzo di alcune waveform che rappresentano passo passo l'evoluzione di un ciclo di modulazione della larghezza d'impulso. Concatenandole si ottiene una imitazione fedele della pwm. Essendo waveform separate possiamo non seguire la tipica evoluzione sonora ma ad esempio possiamo iniziare con una modulazione d'impulso, continuare con un dente di sega e finire con una forma d'onda tipica del sax, come il mitico sintetizzatore ppg (il primo prodotto commerciale basato sulle tabelle di forme d'onda).
La matrix modulation presa in prestito dall'Oberheim Xpander, permette di collegare liberamente filtri, amplificatori, oscillatori e vector control a 13 sorgenti di modulazione diverse come ad esempio generatori di inviluppi, after touch, lfo, midi controller ecc.
Come conseguenza si ottiene una impressionante varieta' timbrica che supera la staticita' dei processori digitali, dando vita a tappeti caldi ed avvolgenti, timbri aggressivi, penetranti, metallici.
La wavestation possiede due potenti unita' multieffetto capaci di generare 45 effetti differenti di cui molti in abbinamento ed alcuni possono essere modulati da 12 sorgenti esterne.
La multitimbricita' e' a 8 parti e la polifonia e' di 32 note. Possiede 4 uscite separate assegnabili alle 8 parti, ha funzioni master e permette di richiamare, tramite delle macro, gli inviluppi degli strumenti piu' comuni.
Un pregio consiste nel fatto che passando da un timbro all'altro, non vengono troncate le note che stavano ancora suonando.
In conclusione wavestation e' uno strumento creativo dalle infinite possibilta' sonore.

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