24.8.13

Consigli per intraprendere la professione di designer grafico

In questo post vorrei condividere semplicemente una esperienza personale, quella del graphic designer, del creativo, del visual designer, grafico pubblicitario, del comeaccidentivogliamochiamarlo o, come i miei soci amano definirmi, di quello che fa' i pupazzetti.
È semplicemente uno spunto dedicato a chi è alle prime armi, ma soprattutto un incoraggiamento per chi è a casa e coltiva una passione e non sa come trasformarla in professione.

1. Iniziare 

È come sempre la parte più difficile. Iniziare col piede giusto, non commettere errori, studiare le cose giuste per il mercato del lavoro, non sprecare soldi e tempo. I crucci di chi vuole o vorrebbe. Ecco il punto: iniziamo col non porre il condizionale. Vuole, fortissimamente vuole, perchè chi vuole poi , e da fare c'è molto, soprattutto molto tempo per imparare e molti sacrifici per dedicarsi a un'attività che, al di là delle etichette formative istituzionali, non è ben definita, è in continuo divenire e ti fa sentire sempre forte la frustrazione di restare indietro.
Stiamo parlando di un lavoro in continua formazione dove non esiste mai un punto di arrivo dopo il quale il lavoro diventa ripetitivo e accomodante. Per quante ore possiamo aver passato a studiare varie acrobazie con le palette di Illustrator o Photoshop, o peggio col CSS (se siamo anche designer Web), arriverà sempre qualcuno in grado di spiazzarci con una richiesta da interpretare, e non sapremo mai se nel sottoporgli la prima bozza abbiamo osato troppo o troppo poco.
Far centro al primo colpo è difficile, è un fatto d'esperienza e di capacità espressiva, e questo è il punto d'arrivo che farà la differenza tra uno bravo e uno che poi abbandona.

2. La formazione. 

La mia esperienza è semplicissima e da non imitare: ho sempre disegnato, realizzato a mano riviste e manifesti per la scuola, armeggiato con le penne a china applicandomi per creare fumetti, realizzato siti web anche a pagamento. Ho studiato, sì, ma tutt'altro. Poi ho lasciato (a un passo dalla laurea), mi sono lanciato nel vuoto riprendendo a studiare i software per la grafica, ma nel frattempo non stavo con le mani in mano. Ho trovato dei soci: prendevamo lavori su lavori, dichiarandoci incoscientemente capaci di realizzare manifesti, impaginare opuscoli, brochure, siti web. E per ogni commessa presa studiavamo, scopiazzavamo (beh, sì, all'inizio è utile), chiedevamo dritte ai tipografi della zona, fino a soddisfare le richieste.I primi guadagni li investimmo in formazione e nella apertura di un'agenzia grafica e web che da 12 anni è una piccola realtà del nostro territorio.
In questo caso non c'è stata nessuna scuola ufficiale, ma solo la volontà di realizzare bene un progetto, nel senso che al sapere di strada deve seguire poi una conoscenza sistematica e organica della materia, delle tecniche e tecnologie, dei propri limiti e delle proprie potenzialità.

In questi anni abbiamo avuto occasione di relazionarci spesso con il mondo universitario e della formazione canonica. Molti ragazzi sono venuti ad effettuare stage formativi da noi. Alcuni dalle famigerate facoltà di Scienze della Comunicazione, altri addirittura da Accademie di Belle Arti o da istituti di Design. Avevano entusiasmo e una certa dose di volontà, ma avevano conoscenze antiquate per il mondo del lavoro. Una infarinatura troppo approssimativa sull'uso dei software e sulla organizzazione di un qualsiasi progetto (in compenso molti termini tecnici in inglese sparati qua e là da chi segue corsi di marketing e comunicazione).

Ciò non vuol dire che il mondo delle università e dei Master (privati e costosissimi) sia tutto da buttare. Spesso valide professionalità della formazione si misurano con programmi obsoleti e fortunatamente gli studenti spesso sanno colmare le lacune formative appena entrati nel mondo del lavoro.

Il punto è: saper lavorare su se stessi conta più di qualunque corso.

3. Elasticità per sopravvivere

Il punto però è che questo lavoro della comunicazione d'immagine sta diventando cruciale e investe discipline sempre più numerose, il che vuol dire che bisogna conoscere più piattaforme di lavoro.

Un nostro collaboratore esterno qualche anno fa lavorava presso un'azienda che gli consentiva di realizzare le sole interfacce grafiche dei siti web - in Photoshop. Un programmatore aggiungeva due tabelle, una spruzzata di Asp e la Macelleria da Peppino aveva il suo onorevole sito in 24h. Era una ottima mano grafica, ma risultò impossibile ottenere da lui lavori per la stampa e la cartellonistica. Troppe cose gli andavano spiegate passo passo: dalle risoluzioni alla realizzazione in scala, per non parlare di margini di taglio e rifilo.
Oggi questa persona ha dovuto giocoforza imparare a lavorare su più piattaforme, compresa quella dell'impaginazione Web/Css. Altrimenti non avrebbe più lavorato. Passare da una disciplina all'altra vuol dire non soccombere sotto il peso di una comunicazione che sempre più esigente.

Fortunatamente anche ai livelli della piccola impresa si inizia a parlare diffusamente di comunicazione coordinata. È un bene se pensiamo che 10 anni fa dovevamo spiegare ai nostri clienti perchè avrebbero dovuto dotarsi di un sito web o di un e-commerce. È un casino se pensiamo a quante esigenze di base bisogna rispondere:

  • Definizione dell'identità complessiva dell'azienda o del marchio (Identity/Branding/Rebranding)
  • Progettazione di campagne pubblicitarie (Campaign design
  • Realizzazione di cancelleria e modulistica integrate (Stationery)
  • Grafica per stampa e cartellonistica 
  • Grafica per giornali e riviste
  • Grafica per inserzioni sul web
  • Grafica e impaginazione di opuscoli, cataloghi e depliants
  • Design dei siti web
  • Design delle versioni mobile dei siti web
  • Design delle newsletter DEM (Direct Email Marketing)
  • Social media Marketing
  • Web advertising
  • Web reputation
  • Ottimizzazione SEO (Search Engine Optimization)
Nel nostro caso ci aggiungiamo anche le realizzazioni di software gestionali e web applications da montare come componenti dei siti e si rasenta la pazzia.

In tutto questo sarebbe facile pensare di rinunciare semplicemente a qualcosa, ma questo elenco rappresenta davvero lo stretto necessario che un cliente medio può chiedere quando diciamo che facciamo grafica e siti web. Non possiamo ignorare ad esempio che una volta realizzato il sito aziendale la prima domanda del cliente sarà come incrementare le visite.

4. Gestire tempo e ruoli

Quindi lavorare bene, Ok. Offrire lavori aggiornati e "freschi", Ok. Soddisfare le richieste, Ok. Ma il cliente non ha sempre ragione.  Ricordiamoci che non vendiamo pizze, con tutta la reverenza dovuta dal mio stomaco ai signori pizzaioli. Un lavoro è buono se siamo stati in grado di gestire il tempo di realizzazione, ma spesso è il cliente stesso a rallentare il nostro lavoro: un po' perché non conosce gli aspetti tecnici fissandosi su dettagli provvisori che sappiamo che alla fine "andranno a posto", un po' perché ha i suoi pregiudizi e le sue convinzioni incrollabili, il che spesso produce un compromesso che non accontenta a nessuno dei due. 
Spesso ho provato vergogna davanti a una grafica o un sito che il cliente voleva esattamente come era venuto: una cagata immonda e pacchiana. Ma il cliente paga, è vero, solo che alla fine, quando lasciamo in giro troppe cagatine, la nostra reputazione inizia a vacillare con conseguenze ben più disastrose dell'aver perso un singolo cliente. Imporre con decisione una scelta di cui siamo convinti non incrina il rapporto. E' nel loro e nostro interesse: se nel farlo non siamo stati arroganti ma semplicemente professionali, a risultati raggiunti, godremo di più fiducia, e libertà creativa per i prossimi lavori. Dopotutto se sei venuto da me è perché ti fidi della mia professionalità, giusto? Questa frase ricorre spesso nei nostri briefing al bar da Franco.

Poi bisogna anche saper perdere qualche cliente per strada, nel nome della professionalità e della qualità del lavoro. Anche questa è professione.

la famosa infografica di smartpress.com sullo stato della professione di designer grafico
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